venerdì 5 gennaio 2018

Gabriele Muccino: Made in Italy! - Ecco fatto

Il 14 febbraio, dopo una parentesi americana, ritorna in Italia Gabriele Muccino con A casa tutti bene (in realtà era già tornato con Baciami Ancora e parzialmente con L’estate addosso). Per questo ho deciso di fare un breve ripasso del primo Muccino, quello del turbamento emotivo, dei sentimenti urlati, dei tradimenti, delle corse infinite verso l’amore.

Partiamo con Ecco Fatto il suo primissimo lungometraggio, uscito nel 1998.

Al centro di questo film c’è uno dei temi più presenti nei film di Muccino, il tradimento. In particolare in Ecco fatto c’è come un focus sulla gelosia.

Il protagonista è Matteo (Giorgio Pasotti), che nella lavanderia dove lavora con l’amico Piterone (Claudio Santamaria) racconta ad alcuni clienti la sua esperienza in fatto di gelosia. Nella lavanderia inizia così uno scambio di opinioni tra i due ragazzi e i vari clienti.

Matteo racconta di quando, ancora liceale, s’innamora di Margherita (Barbora Bobulova), tre anni più grande di lui, straniera, in un periodo in cui l’Italia era molto meno “cosmopolita” di oggi (è importante sottolinearlo, non perché lo voglia io, ma perché nello stesso film viene sottolineata questa cosa).  “Lei è diversa, è straniera, ha una cultura differente”, il fatto che Margherita sia “diversa”, fa sì che sia emancipata: lavora, ha un appartamento esce con gli amici e non vuole rendere conto a Matteo, Il tipico ragazzo italiano, che invece di farsi complice in questa relazione, diventa quasi un padre.

Matteo nella coppia parte “svantaggiato”: è più giovane, geloso, studia al liceo, vive con il padre, i suoi sono divorziati, la madre li ha lasciati perché il marito la soffocava. Matteo non potrà che essere un ragazzo con un forte complesso d’inferiorità e di conseguenza ossessivamente geloso, di Margherita. I due nel bel mezzo di questa passione decidono di andare a vivere assieme; Matteo non lascerà la scuola ed inizierà a lavorare? no, lui andrà a vivere con lei e si farà mantenere dal padre.

A Muccino il tradimento, la gelosia piacciono. C’è qualcosa di nuovo in questo film, che prima non c’era nel cinema italiano? No, nulla di nuovo, però fare un film di un’ora e mezza sulla gelosia, l’ossessione, l’inganno ed il tradimento, in modo banale e far rimanere il film tutto sommato godibile, possiamo dirlo: è stato bravo.

Questo film, a differenza degli altri tre di cui parlerò, l’ho visto solo due volte, più di dieci anni fa ed oggi. La regia è abbastanza banale, i dialoghi sono alquanto ripetitivi (e simili anche ai film successivi), le dinamiche saranno le stesse che verranno sviluppate negli altri film, con quasi tutti gli stessi attori, con la differenza che nel tempo gli attori sono migliorati, il budget a sua disposizione è aumentato e anche l’esperienza del dirigere. Per tutto il resto molti elementi rimarranno uguali.

Veniamo agli attori, quelli che oggi conosciamo ed apprezziamo, recitano in maniera scattosa e in modo troppo scolastico, si esprimono sempre in maniera ansiosa, immersi nella fretta di voler dire troppe cose, troppo profonde in pochissimo tempo, non è il metodo italiano questo, ma quello americano e a noi non riesce benissimo.

La prossima settimana racconterò uno dei miei film italiani preferiti, Come te nessuno mai, credo già possiate immaginare perché mi piace un sacco. Alla prossima! 

P.S.: Io non so se posso dirvelo, però se cercate il film su Youtube, lo trovate e potrete vedere con i vostri occhi, quanto male recitava Pasotti. Tranquillo Giorgino, sei nei nostri cuori adesso, perché sei migliorato! 

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